Voliamo sulla nostra carrozzina: l’appello di Giovanni
Giovanni Bellino, classe 1989 nonché delegato territoriale di Parent Project è stato uno dei primi firmatari di “Voliamo sulla nostra carrozzina” l’appello lanciato dall’associazione Luca Coscioni al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e al Ministro per le disabilità che mira a garantire che le persone con gravi disabilità possano viaggiare sugli aerei seduti sulla propria carrozzina e che siano interamente rimborsate in caso di danneggiamento della stessa durante il trasporto.
Giovanni, insieme a Marco Gentili, Co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, ha rilanciato l’appello in occasione del G7 Inclusione e Disabilità, esprimendo la sua richiesta di un intervento istituzionale per garantire questo diritto.
Abbiamo sentito Giovanni per dar voce alla petizione:
Ciao Giovanni, hai dedicato la tua formazione e il tuo lavoro a superare le difficoltà tecniche legate al trasporto aereo per le persone con disabilità gravi, ci puoi raccontare di più a riguardo?
Fin da bambino ho sempre viaggiato, visitando nel tempo circa 20 stati europei, adattandomi ogni volta ai nuovi limiti imposti dalla mia malattia degenerativa.
Esperienze rese possibili grazie alla mia famiglia, che superando di volta in volta le difficoltà oggettive, mi hanno fatto vivere un Erasmus anticipato.
Ovviamente queste esperienze le ho vissute grazie ai viaggi fatti in auto, poiché quelle poche volte che sono stato costretto a prendere l’aereo è stato un calvario.
Si iniziava dal percorso non sempre agevole per l’imbarco, per continuare al trasferimento in aereo (a volte su mezzi adattati, a volte in braccio a qualcuno) dipendeva dalla compagnia e dalla nazione in cui mi trovavo.
Una volta trasferito in aereo dovevo necessariamente essere seduto ai normali sedili rinunciando alle comodità della mia sedia e sopportando diversi dolori di adattamento.
Oltre a questo, andavo in ansia per lo stoccaggio in stiva della sedia, in quanto dei conoscenti mi avevano raccontato di loro esperienze che allo sbarco la sedia risultava danneggiata.
Di conseguenza, decisi di impegnarmi a cambiare questo stato di fatto con un progetto di tesi di laurea su un sedile idoneo per le esigenze delle persone con gravi difficoltà motorie.
Compresi così, che per collocare una sedia a rotelle elettronica nella cabina passeggeri, serviva tempo e impegno sinergico da parte di istituzioni ed operatori del settore.
Come è nata questa petizione?
La petizione, se vogliamo è stata concepita durante la stesura della tesi, poiché mi sono reso conto che da solo non potevo stravolgere un sistema di trasporto ormai consolidato.
Ho compreso che modificare strutturalmente un aereo comporta impegno economico e studi di fattibilità non indifferenti e che pertanto le compagnie aeree, non avrebbero preso nessuna iniziativa se non sollecitate in modo massiccio.
D’altra parte ritengo che anche le istituzioni devono fare la loro parte, poiché la problematica è di carattere mondiale.
Per tanto ho deciso di coinvolgere l’associazione “Luca Coscioni” poiché a livello nazionale è un’associazione di riferimento per il riconoscimento dei diritti civili.
Il G7 Inclusione e Disabilità è appena terminato. Siete riusciti a portare avanti la vostra causa?
Al momento non abbiamo avuto riscontro dal ministro Locatelli, pur avendolo interessato alla problematica.
Pertanto ritengo che siamo ancora molto indietro, considerato che è necessario discutere sul tema a livello europeo.
Tuttavia, mi risulta che negli USA, hanno realizzato dei prototipi di postazioni e pertanto auspico una sana competizione per risolvere quanto prima la problematica.
Se avessi la possibilità di parlare ai ministri o ai dirigenti delle compagnie aeree quale sarebbe il messaggio che vorresti trasmettere?
Ai ministri, mi sentirei di dire che la grandezza di una nazione si valuta anche e soprattutto, sull’uguaglianza dei diritti e delle opportunità che tutti i cittadini hanno per crescere e sentirsi parte integrante di una società civile.
Pertanto tutte quelle limitazioni che ostacolano le pari opportunità fanno regredire i processi evolutivi che il mondo ci richiede.
Alle compagnie invece, dico che un adattamento strutturale degli aerei alle esigenze di chi ha gravi difficoltà motorie, sia pure con investimenti iniziali non indifferenti, nel tempo sicuramente saranno ripagati poiché il bacino di utenza non è da poco.
Guardando al futuro, quali innovazioni e diritti vorresti vedere applicati nell'industria aerea per garantire una maggiore inclusione delle persone con disabilità gravi?
In futuro vorrei prendere l’aereo rimanendo seduto sulla mia sedia a rotelle, senza la paura di farmi male durante il viaggio o che qualcuno danneggi la carrozzina elettronica, oltre alla possibilità di utilizzare tranquillamente il mio respiratore.
Vorrei quindi un maggiore rispetto delle leggi attualmente in vigore nel trasporto aereo delle persone con disabilità, l’obbligo per le compagnie aeree di avere mezzi accessibili per esercitare la loro attività e una maggiore attenzione per le esigenze di queste persone.
Soprattutto in un periodo dove la riduzione delle emissioni di inquinanti, sta portando l’aviazione ad esplorare nuovi veicoli.