Mario Vielmo è un alpinista e regista italiano, classe 1964, che ha al suo attivo 11 scalate verso alcune tra le cime più alte del mondo, tra cui l’Everest e il K2. Nel 2006 ha raggiunto la cima della quinta montagna più alta del mondo portando con sè la fiaccola delle Olimpiadi invernali svoltesi a Torino nello stesso anno.
A metà giugno Mario partirà per una nuova grande avventura: la scalata del Broad Peak, conosciuto in passato anche come K3. Il Broad Peak è la dodicesima montagna più alta della terra, con i suoi 8.047 metri sul livello del mare. Si trova al confine tra Cina e Pakistan, nella catena del Karakorum, e dista 8 km dal K2. In questa scalata, porterà simbolicamente con sè la bandiera di Parent Project, per dare un contributo alla sensibilizzazione sul tema della DMD/BMD.
Mario, come ti stai preparando per questa nuova scalata e con che spirito la affronterai?
Vivo a Lonigo, in provincia di Vicenza; abito a circa un’ora, un’ora e mezza dalle Piccole Dolomiti. Quando posso, mi alleno facendo scialpinismo e raggiungendo i 3000 metri sulle Dolomiti. Quando posso, mi alleno 2 volte a settimana.
Più che di sfida mi piace parlare di “avventura”: mi piace mantenere un rapporto il più puro possibile con la montagna e con la scalata, non uso l’ossigeno. E’ molto importante per me anche lasciare l’ambiente come l’ho trovato, non avere un impatto negativo nei luoghi che visito.
Più che di sfida mi piace parlare di “avventura”: mi piace mantenere un rapporto il più puro possibile con la montagna e con la scalata, non uso l’ossigeno. E’ molto importante per me anche lasciare l’ambiente come l’ho trovato, non avere un impatto negativo nei luoghi che visito.
Come hai deciso di legare la tua prossima avventura anche a Parent Project? E’ la prima volta che colleghi una scalata ad un obiettivo solidale?
Conosco una persona legata all’associazione e ho pensato che sarebbe stato bello dare un contributo, per quello che posso fare.
Da tempo lego le mie scalate a progetti solidali dedicati ai bambini; in particolare sostengo, anche attraverso questa avventura, progetti dedicati alle comunità nepalesi, per la costruzione di scuole rurali distrutte dopo il terremoto del 2015. Collaboro con l’associazione Sidare Onlus in questo senso e sono vicino anche alla causa tibetana. E’ un modo per restituire qualcosa a queste comunità molto ospitali che mi sono rimaste nel cuore durante i miei viaggi. Portare con me la bandiera di Parent Project è un gesto simbolico, rappresenta la mia vicinanza anche a questa causa che ho da poco conosciuto.
Da tempo lego le mie scalate a progetti solidali dedicati ai bambini; in particolare sostengo, anche attraverso questa avventura, progetti dedicati alle comunità nepalesi, per la costruzione di scuole rurali distrutte dopo il terremoto del 2015. Collaboro con l’associazione Sidare Onlus in questo senso e sono vicino anche alla causa tibetana. E’ un modo per restituire qualcosa a queste comunità molto ospitali che mi sono rimaste nel cuore durante i miei viaggi. Portare con me la bandiera di Parent Project è un gesto simbolico, rappresenta la mia vicinanza anche a questa causa che ho da poco conosciuto.
Che messaggio vorresti mandare ai bambini e ragazzi dell’associazione?
Vorrei dire a bambini e ragazzi di credere ai loro sogni fino in fondo e lottare nella vita perchè si avverino; la vita è bella e va vissuta fino in fondo, al 100%. Spesso i bambini e giovani che devono convivere con delle particolari difficoltà ci insegnano che la forza di volontà può aiutare a raggiungere obiettivi che sembravano impossibili. “Never give up”, non arrendiamoci mai!
Nelle prossime settimane potrete seguire l’avventura di Mario attraverso la pagina Facebook Parent Project aps.