Ciao a tutti, mi chiamo Thomas, ho 24 anni e sono affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne.
Vivo a Quartucciu, in provincia di Cagliari. Vorrei parlarvi di un argomento alquanto noto ma, ahimé, sempre attuale: le barriere architettoniche.
È un problema che riguarda non solamente i portatori di handicap che utilizzano una sedia a rotelle, ma anche anziani, mamme coi passeggini o persone che hanno difficoltà a deambulare.
Dal momento che mi tocca in prima persona, vorrei raccontare la mia esperienza personale nei luoghi in cui vivo e che frequento.
Ho perso il conto di quante volte mi è successo di dover salire su di un marciapiede non munito di scivolo, oppure con uno scivolo troppo ripido che rischia di far ribaltare la carrozzina o, ancora, di dover attraversare una strada senza poi trovarmi lo scivolo corrispondente sul lato opposto delle strisce pedonali, essendo quindi costretto a percorrere lunghi tratti in qualche strada trafficata, per di più contromano… Per non parlare dei bar o di altri esercizi commerciali che non sanno neppure cosa significhi avere la rampa disabili.
La cosa peggiore delle barriere architettoniche è che si possono trovare ovunque: mi fanno antipatia tutti quegli ostacoli che si incontrano quando meno te lo aspetti, come ad esempio un palo piantato proprio al centro di un marciapiede molto stretto, un passaggio pedonale che si interrompe nel nulla o, nel peggiore dei casi, immettendosi in qualche strada trafficata. E ancora le immancabili auto parcheggiate con le ruote sui marciapiedi, che riducono lo spazio per passare.
Un’altra nota dolente sono gli uffici pubblici. Nella sede del Comune di Quartucciu, in cui risiedo, non posso accedere, ad esempio, all’Ufficio Protocollo, e nemmeno ad alcuni altri uffici a causa della mancanza di attrezzature adatte, come una rampa o un qualche tipo di ascensore. Gli unici uffici totalmente accessibili sono quello dell’Anagrafe e pochi altri e questo mi impedisce di sbrigare personalmente tutte le pratiche che mi riguardano.
La situazione non migliora neppure se provo a spostarmi con i mezzi pubblici. La maggior parte di essi ha la rampa fuori uso, o addirittura non ce l’ha proprio, e se per un caso fortunato riesco a salire su un autobus dotato di rampa funzionante, mi ritrovo ad essere schiacciato all’interno di un mezzo strapieno di passeggeri e senza spazi adeguati. L’azienda trasporti locale che serve Cagliari e i comuni limitrofi si chiama CTM. E’ dotata di pulmini attrezzati per le persone disabili, ma purtroppo non ha un numero sufficiente di questi mezzi e le tratte non raggiungono tutte le zone dell’hinterland. Questo mi obbliga ad utilizzare mio padre come fosse un servizio taxi privato.
Questi sono solo alcuni dei problemi che devo affrontare quotidianamente; purtroppo la maggior parte di essi è frutto di una mentalità sbagliata, che ancora dimentica che tutte le persone, disabili e non, devono avere diritto a muoversi in maniera libera e in sicurezza.
Thomas Marrocu